I 4 principi dello Zero Waste
Aggiornamento: 15 gen 2022
Amici in Technicolor,
mi siete mancati tanto e quindi eccomi qui a muovere di nuovo le dita su questa tastiera!
In questo momento mi trovo in un bar qui ad Amsterdam, con la mia tazza di soy latte ad aiutarmi a scrivere questo nuovo articolo.
Nei mesi scorsi abbiamo iniziato a parlare del mondo dello Zero Waste, di cosa si tratta e di come abbracciare in qualche modo questo stile di vita.
Oggi però, mi va di introdurvi un nuovo aspetto legato a questa scelta di vita.
Parliamo di 4 regole, ideali, princìpi, linee guida, insomma, chiamatele come volete, che vi aiuteranno a migliorare le vostre scelte di acquisto in un’ottica Zero Waste, o rifiuti zero.
Punti di vista
Come ho già ripetuto più volte, il mio essere zero waster, legato alla mia passione per il Marketing, mi permette di analizzare le cose da un punto di vista diverso, che sia quello del consumatore o quello dell’azienda.
Sono sempre pronta, quindi, ad aiutarvi a capire quando alcuni acquisti sono dettati dal bisogno e quando, invece, gli acquisti sono indotti da una buona strategia di Marketing.
I 4 princìpi
Ma torniamo a noi: quali sono i 4 princìpi dello Zero Waste?
La filosofia Zero Waste si basa sull'eliminazione di acquisti superflui, spesso a favore di acquisti sostenibili.
Premesso ciò, possiamo immaginare questi 4 princìpi all’interno di una piramide rovesciata la cui parte più grande si trova in cima.
Perché vi dico questo? Beh, vi aiuterà a capire il motivo di un ordine così preciso di queste 4 regole, dette anche 4 R.
Siete curiosi eh? Bene, eccovi accontentati.
I 4 princìpi dello Zero Waste sono: Refuse, Reduce, Reuse, Recicle, vale a dire “Rifiuta, Riduci, Riusa, Ricicla”.
Analizziamoli insieme!
RIFIUTA
“Rifiuta” si trova nella parte più grande della piramide dei 4 princìpi dello Zero Waste, e per un motivo ben preciso.
Come per ogni situazione, per poter cambiare grandi cose bisogna iniziare da un piccolo cambiamento, che si rivela sempre quello più efficace di tutti.
In questo caso, dobbiamo iniziare ad usare la parola “NO”.
Potreste dire “ma che scemenza è mai questa?” E invece un vostro “no” può servire a tanto. Può farvi evitare di creare rifiuti inutili, può aiutare altre persone a cambiare seguendo il vostro esempio e, pensate un po', far cambiare rotta addirittura alle aziende!
Esatto ragazzi, un no ai rifiuti può aprire tante opportunità!
Purtroppo, molto spesso, acquistiamo o utilizziamo prodotti per pigrizia, abitudine o vergogna.
Pensiamo a quando, per esempio, consumiamo una bevanda con la cannuccia, quando potremmo farne tranquillamente a meno.
Oppure pensiamo a quando abbiamo vergogna di chiedere al cameriere di non servirci il nostro ordine nella plastica.
Vedo spesso queste scene e io per prima ho avuto questi problemi.
Con il tempo ho realizzato che chi dovrebbe, in realtà, avere vergogna è la persona che ancora serve i propri prodotti nella plastica, e non noi consumatori che dobbiamo, a volte, sottostare alle loro regole.
Adesso, quando vado in un locale, sono molto attenta a chiedere che tutto mi venga servito senza monouso. Mi capitano persone che si offendono, altre che non capiscono, ma sapete cosa succede molte altre volte? Il locale inizia a non servire più plastica! Yoohoo, evviva, siamo stati parte del cambiamento!
Rifiutare significa, a volte, anche rinunciare. Vi serve davvero la cannuccia, anche se di carta? Ricordate che ogni cosa che viene prodotta ha un costo ambientale, anche i prodotti denominati sostenibili.
Una cannuccia di carta è certamente meno dannosa di una di plastica, ma non pensate che il problema del disboscamento sia già grande di suo? Se si sostituiscono tutti i prodotti monouso di plastica con quelli fatti in carta, il problema non cambia di molto… cambia solo destinazione!
Rifiutare significa anche capire a cosa siamo disposti a rinunciare per l'ambiente o a raggiungere compromessi.
Vi faccio un esempio: io adoro il bubble tea, ma ho deciso di sacrificarlo perché viene servito sempre in contenitori di plastica usa e getta. Le rare volte in cui ho trovato locali che lo servissero in materiale compostabile, sono stata ben felice di accettarlo.
Altro esempio: mi trovo al bar con amici? Chiedo sempre che tutto mi sia servito in vetro. Non è possibile? Allora non prendo niente! Sapete quante volte mi è capitato e quante volte il cameriere ha deciso di accontentarmi pur di vendere qualcosa? Come potete constatare, il potere è sempre in mano al consumatore, SEMPRE.
Non vi chiedo di diventare così “estremi”, ma di creare almeno un compromesso con voi stessi che vi possa permettere di vivere la vostra vita nel rispetto dell'ambiente.
Per come la penso io, il mio ideale è talmente importante per me che non mi pesa rinunciare alle cose materiali. Magari, per altri, il compromesso può essere rinunciare a bere il caffè e iniziare a bere il te! Chi lo sa, solo voi siete in grado di decidere e nessuno deve mai giudicare le vostre scelte.
Ricordate solo che ogni nostra scelta ha un impatto sul pianeta, buono o brutto che sia!
RIDUCI
Eccoci al nostro secondo punto sulla lista dei 4 princìpi dello Zero Waste: ridurre i consumi.
Una volta stabilito cosa possiamo rifiutare, bisogna capire quali sono i nostri punti deboli in fase d'acquisto e capire in cosa possiamo migliorare.
Un buon esercizio consiste nel capire, come dicevamo prima, se un prodotto che state per acquistare serva realmente o se sia il cosiddetto “bisogno indotto” dal Marketing.
Eh sì, spesso le aziende ci portano a credere che quella penna rosa piena di piume sia esattamente quello di cui avevamo bisogno!
Abbiamo bisogno davvero di 4 magliette dello stesso stile? O di quel rossetto di una tonalità leggermente più chiara di quello che abbiamo già?
Anche qui, capire cosa dobbiamo ridurre dipende totalmente da noi e nessuno potrà sapere meglio cosa fare. Impariamo ad analizzare i nostri comportamenti e riduciamo intensità!
RIUTILIZZA
Questo è forse il principio più conosciuto del mondo dello Zero Waste: riutilizzare ciò che si ha a casa, riutilizzare una busta di plastica presa per sbaglio, magari.
Insomma, riutilizzare anziché buttare, imparare a far durare di più gli oggetti che abbiamo a disposizione.
Prima del boom della plastica degli anni '60, eravamo molto bravi a riutilizzare prodotti fino al completo esaurimento, quindi non stiamo parlando di una completa utopia.
Il principio del “riutilizza” comporta anche l’acquisto di oggetti che durano nel tempo.
Da me c'è un proverbio che dice “il risparmio non è mai guadagno”… ed è vero!
Se compriamo un oggetto con manifattura scadente, saremo sicuramente costretti a cambiarlo spesso, finendo anche con lo spendere più soldi rispetto quelli che servono per acquistare un bene costoso ma duraturo.
Impariamo anche a dare una seconda vita ai prodotti, magari aggiustando ciò che abbiamo o comprando prodotti usati che possono ancora svolgere il proprio dovere.
RICICLA
Credo che ormai tutti siano a conoscenza dell'importanza del riciclaggio.
E allora perché questo principio si trova nel punto più piccolo della nostra piramide?
Semplice, se i primi 3 princìpi vengono correttamente seguiti, ci sarà ben poco da riciclare, poiché avrete iniziato a rifiutare, a comprare meno (e magari sfuso) e a comprare beni durevoli.
Ad ogni modo, il riciclaggio è uno step importante e non bisogna sottovalutarlo.
Molto spesso non sappiamo come disfarci correttamente di un prodotto. Magari siamo convinti vada buttato nella plastica, mentre invece andrebbe smaltito nell'indifferenziato.
È importante capire quindi come smistare correttamente i nostri rifiuti!
Come vedete, amici miei, muovere i primi passi verso una vita più sostenibile non è poi tanto difficile!
Ora però vi voglio tutti pronti e gasati ad iniziare a dire qualche “no” in giro!
E mi piacerebbe tanto sapere come vanno i vostri progressi, a dirvela tutta!
Un saluto a tutti!
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